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 Ferrovia Alifana
 Alifana in generale
 Ricordi d'infanzia - 1^ parte

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T O P I C    R E V I E W
salva_fiore Posted - 23/06/2008 : 21:25:08
Ferrovia e paesaggio, connubio perfetto...

Carissimi amici eccomi di nuovo a Voi.
Mi piace iniziare a parlare un pò di me e del mio attaccamento alla Ferrovia Piedimonte.
Non mi va di chiamarla "Alifana", perchè questo termine, quando la tratta "bassa" era ancora attiva e funzionante, non si è mai sentito in giro. Per tutti noi era e resta ancora nella memoria collettiva, semplicemente "'a Piedimonte".
Non ricordo quando l'ho vista la prima volta. Si puo dire che l'ho sentita e vista da sempre come un oggetto familiare, di cui non temere: già ai tempi dei miei primi vagiti: essa, infatti, è sempre stata presente negli avvenimenti della mia infanzia e della mia vita.
Ho 43 anni, sono di origini contadine e abito fin dalla nascita nel quartiere di Piscinola, luogo che, almeno fino a 30 anni fa, era ancora un dolcissimo paesotto dell'hinterland di Napoli, dove la natura e l'alternarsi delle stagioni segnavano lo scandire del tempo ed era abitata da gente semplice e genuina. Piscinola allora era un paese di antichissime tradizioni agricole e non solo, con tanto di Banda Musicale, festa patronale e amore per il buon vino e la cucina semplice e genuina, un pò come tutti gli altri paesi vicini. Ebbene, in questo paesaggio un pò bucolico, la costruzione e l'esercizio della "Piedimonte" rappresentò la testimonianza del diffondersi del progresso, s'intende quello "buono" ed "intelligente", che risvegliò, con il suo "via vai" quotidiano il ritmo un pò lento del paese. Essa contribuì, non poco, alla diffusione della cultura e della solidarieta tra le genti della sterminata provincia settentrionale di Napoli: favori senza dubbio l'arricchimento morale di quelli che erano additati dai benpensanti cittadini, come "provinciali" ('e cafoni). Il nuovo mezzo di comunicazione contribuì ad appianare le differenze sociali facendo sentire le genti appartenere ad una grande metropoli, ricca di fascino, storia e cultura. Non per niente Piazza Carlo III, terminale primitivo della ferrovia di origini francese, era un pò il cuore del centro antico di Napoli, il baricentro del sogno europero di Carlo III di Borbone, quando costruì il Real Ospizio dei Poveri.
La mia campagna che fu acquistata da mio nonno nel 1925, era stata divisa in due, proprio dalla linea ferrata, al momento della sua costruzione (Napoli, biforcazione Capua), che come è noto avvenne nel marzo 1913.
Le rotaie si adagiavano su regolari traversine di rovere, sostenute da una massicciata biancastra in rilevato, che solcava, spesso in rettilineo, il verde intenso e ricco della campagna nostrana, fatta di tanti alberi da frutta: rigogliosa e lussureggiante. Ricordo i "pasteni di mele annurche" di Mugnano, i "pasteni di cachi" (le famose legnasante)di Mugnano e Calvizzano, le ciliege di Chiaiano, "I pasteni di pesche e percoche" di Scampia (un tempo piana agricola di Piscinola), ma, soprattutto, ricordo, i cachi maturi e dorati che rimanevano sugli alberi spogli di foglie, fino a sotto Natale, quando la campagna diveniva tutta brulla in attesa dell'inverno. Poi tutto ritornava uguale a prima, come un alternarsi periodico e costante. Cosi ogni anno!...chissà da quanti secoli fino ad allora!....
In primavera era uno spettacolo straordinario. La campagna si colorava di fiori variegati (rosa delle pesche, giallo delle rape, bianco dei ciliegi, delle prugne e delle pere. Poi, quando i petali cadevano a terra, spesso il vento li risolleva, generando un fantastico paesaggio con una nevicata colorata, che si spostava quà e là...un sogno veramente!....
Il treno attraversava questo paesaggio dove era difficile scorgere case, talmente che era sconfinato e denso di verde. Solo i raggi del sole, spesso al mattino, penetravano a tratti la vegetazione, generando flash di luce che illuminavano l'interno dei vagoni e colpivano gli occhi dei viaggiatori.
Non c'erano recinzioni tra la linea ferrata e la campagna circostante, era tutt'una con essa, una simbiosi quasi perfetta, che non stonava, anzi, incantava a vederla, specialmente quando il sole picchiava d'estate a mezzoggiorno, e faceva sembrare ancora più bianca e splendente la massicciata.
I vari poderi, che costeggiavano la linea della "Piedimonte", erano collegati tra loro da viottoli sterrati che attraversavano i binari in più punti, attraverso dei passi carrai (però essi nacquero come pedonali), fatti di pietrischetto giallastro, cosparso e battuto a livello delle rotaie, per permettere l'attraversamento di carriole e biciclette. Ai margini dei passi erano sistenate quattro colonne di marmo bianco oppure di basalto grigio, di forma cilindrica, alte quasi un metro e poste a coppie: una coppia di fronte all'altra; ogni coppia di colonne, parallele ai binari, erano collegate tra loro inizialmente da una catena; poi, successivamente essa scomparve, non si sa per mano di chi... Ma, sicuramente, le catene erano di intralcio all'attraversamento dei binari con mezzi rotabili. Ai lati della linea ferrata c'erano poi due camminamenti, sempre in battuto, larghi circa mezzo metro ognuno, che venivano chiamati dai contadini 'O lemmate" (forse dal termine "limite") ed erano utilizzati dai guardiani cantonieri della "Piedimonte" per eseguire l'ispezione giornaliera dei binari e degli altri armamenti, a bordo delle loro biciclette. Ricordo ancora il guardiano del nostro lotto; strinse una bella amicizia con mio padre. Spesso dava anche un'occhiata alla nostra campagna e frequentemente papà gli regalava della frutta prodotta nella nostra campagna.
La "Piedimonte" scandiva con il suo passaggio il passare del tempo, veniva usata da molti concittadini come un orologio sonoro, alla stregua delle campane della chiesa parrocchiale del SS. Salvatore, protettore di Piscinola. Mia madre ricordava a memoria l'orario e sapeva dire velocemente a quale corsa apparteneva la vettura in transito. Infatti, quando il treno "passava" si sentiva un tremolio non indifferente al solaio di casa nostra e si sentiva pure lo stridore delle ruote quando i convogli frenavano. Spesso il treno emetteva qualche fischio per segnalare il suo transito alla vicina stazione di Piscinola, distante appena 200 metri da casa nostra. Le prime corse avvenivano intorno alle sei del mattino e le ultime verso le nove-dieci di sera. Ricordo che quando il treno transitava la sera inoltrata, soprattutto in estate, si diffondevano fasci di luce provenienti dai due fanali in testa al locomotore. Essi illuminavano a tratti la campagna ed il paesaggio notturno. Si disegnando qua e là, ombre mobili un pò fantastiche, in base ai cespugli ed ai fusti d'albero che incrociava il fascio di luce. D'inverno, invece, i fari si vedevano netti a causa dell'assenza della vegetazione.

Fine

Spero di non avevervi annoiato. Per il momento va bene fermarmi qui. Se vi interessa posso continuare a raccontarvi qualche altro aneddoto la prossima volta. Ma sempre se vi fa piacere.
Nel frattempo un caloroso abbraccio
Sal_fio

N.B.: Tutti i diritti legati alla eventuale pubblicazione dei racconti sono riservati all'autore.

11   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
Ottantotto Posted - 03/07/2008 : 09:37:24
Aveva un aria familiare...grazie Maxi.
ALn880 Posted - 03/07/2008 : 09:03:10
Ottantotto ha scritto:

...ma in versione normale?


Clicca QUI, foto [001]
salva_fiore Posted - 03/07/2008 : 00:19:50
lasciami il segreto non rilevato per il momento.....poi dirò...
Ottantotto Posted - 02/07/2008 : 23:19:13
...ma in versione normale?
salva_fiore Posted - 02/07/2008 : 21:05:12
ecco la foto con effetto "neve" della piedimonte, Vi piace?..., battete il cinque...


Immagine:

59,54 KB
mikros Posted - 25/06/2008 : 15:28:03
Bellissime parole e bellissimi e nitidi ricordi. Non ti fermare qui!
ROS Posted - 25/06/2008 : 10:43:59
Io lo sapevo che avresti potuto descrivere con bellissime parole "a Piedimonte" e perciò ti ho chiesto di condividere i tuoi ricordi con gli amici del forum che sicuramente avranno anche loro tanti ricordi (almeno quelli dagli "anta" in su). Il racconto è davvero emozionante però leggendolo con gli occhi dell'appassionato, traspaiono alcuni interessanti particolari, come la storia d' "o lemmate" che è comune alla Circumvesuviana che aveva, quando ero bambino, una stradina affiancata ai binari allo stesso scopo (a Brusciano la chiamavano, guarda caso, "o lemmete"). Oppure i tre fanali dei locomotori...
Insomma, continua così
ALn61 Posted - 24/06/2008 : 14:09:00
Complimenti, sei uno scrittore!
ALn880 Posted - 24/06/2008 : 09:13:30
...un sogno ad occhi aperti, un salto virtuale nel tempo che fu e che purtroppo non ho mai conosciuto...
salva_fiore Posted - 23/06/2008 : 23:40:57
Grazie Ottantotto, mi fa piacere che hai apprezzato il mio scritto. Appena posso riprenderò e "metterò sul bianco" ancora qualcosa dai miei ricordi.
saluti
Sal_fio
Ottantotto Posted - 23/06/2008 : 23:22:32
Salvatore sei un poeta,le tue parole sono una musica soave per la mia anima,portandomi indietro nel tempo,hanno generato in me una miriade di ricordi ed emozioni.Spero tu non abbia intenzione di fermarti qui,devi continuare il tuo fantastico racconto. Grazie

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