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T O P I C    R E V I E W
ALn880 Posted - 09/01/2008 : 16:21:32
Le norme Fremo prevedono che l'alimentazione di eventuali accessori (scambi, PL, luci, etc...), vengano alimentati da apposite prese esterne che ogni modulo si deve dotare autonomamente.

Questo comporta che se abbiamo 10 moduli in serie, ognuno con dei propri accessori, avremmo a terra 10 cavi e N prese/prolunghe tra i piedi.

Tempo fa, parlando con Pasquale, si pensava di realizzare una condotta passante tra i moduli a 16V per poter alimentare eventuali accessori.
Da questa condotta, con un mammut, si dirama il cavo (magari con un fusibile di protezione) che alimenta gli accessori del modulo e che in caso di corto, permetterebbe di ponticellare o escludere la parte guasta, senza pregiudicare il funzionamento dell'intero impianto.

Io proporrei di predisporre cmq un attacco su ogni modulo anche se non è previsto nessun accessorio, questo per consentire di sfruttare il modulo come punto di attacco alla rete nel momento in cui si trovasse nel punto più favorevole ad alimentare l'intero tracciato.

Che ne dite?
18   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
ALn880 Posted - 18/03/2008 : 22:07:49
Se vi interessano, conviene fare acquisti di gruppo per avere un certo sconto, anche perchè costano all'incirca 10euro l'uno. Magari ci possiamo unire a gli altri gruppi con l'acquisto
Ottantotto Posted - 18/03/2008 : 20:12:42
Interessantissimo Maxi,una bella sluzione,sti 'mericani nun sò fessi!
ALn880 Posted - 16/03/2008 : 23:05:37
I Peco, anche modificati, possono funzionare bene con i BluePoint, un accrocco realizzato negli USA e conosciuto grazie agli amici Fremo N e oggi usato da quasi tutti i Fremisti Ho italia:
LINK 1

La cosa interessante, che permettono anche di effettuare la polarizzazione e comandare segnali.

Sistema (collaudato!) utilizzato per azionare gli scambi:
LINK 2

Indicazione sul montaggio:
LINK 3

Cmq nessuna vieta di utilizzare i motori elettrici, era solo un consiglio e una complicazione in meno
Ottantotto Posted - 16/03/2008 : 22:45:09
A me va bene il discorso che hai fatto,semplifica tutto al massimo,ma per il discorso scambi è un bel problema,io ho già modificato i miei Peco e non funzionerebbero manualmente senza una ulteriore modifica,tra l'altro ho comprato già i motori Conrad!
ALn880 Posted - 16/03/2008 : 22:23:47
Questa mattina, mentre andavo a Bereguardo (PV) dove il CFB ha esposto alcuni moduli uniti a quelli del CMP, ho avuto uno scambio di idee/consigli con il mio maestro FREMO sul discorso alimentazione.
In pratica il mio socio mi faceva notare che per alimentare gli accessori di tutti i moduli con un solo trasformatore, ne servirebbe uno bello potente e forse non sufficiente per tutti i moduli; se bisogna alimentare uno scambio, una luce, l'assorbimento e minimo, ma se parliamo di una stazione con scambi, luci, segnali, PL, allora l'assorbimento aumenta. Moltiplicato questo per N moduli la cosa fa riflettere. Quindi o si acquista uno o più trasformatori costosi, o obbligare a chi richiede tanta corrente, dei propri trasformatori e a bypassare la condotta principale a 16V. A questo punto, per logica e come fanno tutti, oggnuno si alimenta il proprio modulo autonomamente.

Puo' tornare utile una seconda condotta se c'è bisogno di far passare un segnale (retroazione?), ma non è il nostro caso.

Solo a titolo informativo, visto che si ègià deciso di non utilizzarla, la condotta 220V crea interferezze con il segnale DCC e quindi richiederebbe cavi ben schermati (leggi anche sicurezza!)

Morale della favola, due fili come in foto



sul modulo tutte femmine e usare "cavallotti" tutti maschi:
il modulo lo posizioni come ti pare, non c'è rischio di invertire le polarità, non ci perdiamo in N colori per fissare due fili.

Tra l'altro, si è toccato anche il discorso scambi che sarebbe il caso di farli manuali e non elettrici, per il semplice fatto (e per episodi già verificati) che se salta qualcosa lo scambio elettrico non lo muovi più, salvo forzare il motore (leggi accucciarsi sotto il modulo ed eventuale rottura del motore).

Che dite, vogliamo riparlarne?

Francesco74 Posted - 16/03/2008 : 12:29:08
Ottantotto ha scritto:

L'altro giorno si discuteva con Pasquale sul cablaggio e siamo giunti alla norma "Cantiello": per convenzione possiamo usare come cavi di alimentazione il bianco e l'arancio, il bianco verrà collegato alla rotaia di sx e l'arancio alla rotaia di dx, il tutto guardando in direzione Caiazzo da S.Angelo in Formis.


Ho guardarto un po' da per tutto ma non sono riuscito ha trovare i fili da 1mm di quel colore,solo azzurri,considerando che il mio e' un semplice modulo andra' bene lo stesso?
Ottantotto Posted - 02/03/2008 : 22:49:08
L'altro giorno si discuteva con Pasquale sul cablaggio e siamo giunti alla norma "Cantiello": per convenzione possiamo usare come cavi di alimentazione il bianco e l'arancio, il bianco verrà collegato alla rotaia di sx e l'arancio alla rotaia di dx, il tutto guardando in direzione Caiazzo da S.Angelo in Formis.
Pasquale.Cantiello Posted - 12/01/2008 : 21:26:24
Giovanni.Ricciardiello ha scritto:

Pasquale per i 4A possiamo utilizzare delle normali spine casalinche


Poi qualcuno si sbaglia e per errore ci infila la spina in una presa a 230V ... :-)

Comunque al momento penso sia l'ultimo dei problemi la condotta.
Dobbiamo realizzare i moduli con il paesaggio, sic, ed io sono ancora a zero :-(
Ottantotto Posted - 11/01/2008 : 22:34:52
Io dico di fare le cose nella maniera più semplice possibile,senza inutili complicazioni,seguirò i vostri schemi nel prosieguo del mio modulo.
Giovanni.Ricciardiello Posted - 11/01/2008 : 14:33:46
Pasquale per i 4A possiamo utilizzare delle normali spine casalinche
freddy Posted - 11/01/2008 : 14:26:59
L' idea della condotta a 220 non e' male , taglia la testa al toro.
Nel caso si vogliano utilizzare i mammut sono d' accordo nel creare condotte a 6 poli .
Riguardo i connettori , penso che se ne trovano in quantita' diverse .
Li usiamo ovviamente di colori diversi in modo da differenziare i passaggi.
Anni fa sul mio vecchio plastico ribaltabile avevo il problema di togliere i trasformatori , ricordo che usavo dai connettori di diversi colori ...dovrei ancora averne .


Pasquale.Cantiello Posted - 11/01/2008 : 14:21:32
ALn880 ha scritto:

secondo me la cosa più semplice è quella di usare cmq i mammut, solo che dalla parte dell'impianto, i fili li serriamo con la propria vite, dalla parte dei collegamenti, usare i piolini da inserire a pressione.

resta il fatto che chi realizza l'impianto, i collegameni dei fili del proprio modulo siano fatti bene anche perchè è una operazione fatta una volta e per sempre.

Gli spinotti specifici (spine multipolari) pregiudicano l'uso in caso di emergenza... il mammut ti consente a volo di realizzare connessioni provvissorie e veloci.

I discorso del sovraccarico potrebbe a questo punto essere sorvolato se la condotta sarà a 220V e a chi serve, si monta il suo trasformatore fisso sotto il modulo. Invariata il discorso della disponibilità di un attacco.


Io dicevo di mettere comunque i mammut sotto il modulo, ma poi da questo uscire con delle spine multipolari.
All'occorrenza, per emergenza, si staccano le multipolari e si mette un filo normale.

Dovrei pero' cercare di individuare un connettore in grado di trasporare almeno 4A, e che sia economico.

La condotta a 220V, lasciamola a parte, anche con delle normali scarpette, ma non direttamente sotto i moduli.
Pasquale.Cantiello Posted - 11/01/2008 : 14:18:53
Giovanni.Ricciardiello ha scritto:

Allora per i collegamenti possiamo tranquillamente usare delle spine multipolari da 9 poli come quelle dei computer.Si compra un tot di metri di cavo a 10 poli,tanto i fili dentro sono tutti colorati,e si associa un colore ad un numero presente sulla spina in modo tale da avere tutti lo stesso tipo di collegamenti.Così i collegamenti sono immediati ed efficienti.Possiamo anche fare così ogni tipologia di utilizzo ha a riferimento dei determinati colori dei cavi.

Voi che dite??



Non vanno bene. Sono troppo sottili i terminali e di conseguenza non puoi trasportare correnti molto elevate.
ALn880 Posted - 11/01/2008 : 14:08:59
secondo me la cosa più semplice è quella di usare cmq i mammut, solo che dalla parte dell'impianto, i fili li serriamo con la propria vite, dalla parte dei collegamenti, usare i piolini da inserire a pressione.

resta il fatto che chi realizza l'impianto, i collegameni dei fili del proprio modulo siano fatti bene anche perchè è una operazione fatta una volta e per sempre.

Gli spinotti specifici (spine multipolari) pregiudicano l'uso in caso di emergenza... il mammut ti consente a volo di realizzare connessioni provvissorie e veloci.

I discorso del sovraccarico potrebbe a questo punto essere sorvolato se la condotta sarà a 220V e a chi serve, si monta il suo trasformatore fisso sotto il modulo. Invariata il discorso della disponibilità di un attacco.
Giovanni.Ricciardiello Posted - 11/01/2008 : 13:35:41
Allora per i collegamenti possiamo tranquillamente usare delle spine multipolari da 9 poli come quelle dei computer.Si compra un tot di metri di cavo a 10 poli,tanto i fili dentro sono tutti colorati,e si associa un colore ad un numero presente sulla spina in modo tale da avere tutti lo stesso tipo di collegamenti.Così i collegamenti sono immediati ed efficienti.Possiamo anche fare così ogni tipologia di utilizzo ha a riferimento dei determinati colori dei cavi.

Voi che dite??
Pasquale.Cantiello Posted - 11/01/2008 : 12:50:20
ALn880 ha scritto:

Giovanni.Ricciardiello ha scritto:

Mi trovi perfettamente d'accordo.Lo possiamo far passare sotto la sede del binario

Penso che la disposizione possa essere anche soggettiva in base anche alla struttura del modulo, l'importante magari è di decidere di fissare alla base della testata, giusto al centro (sotto al manico per intenderci), una serie di mammut.
Da ogni mammut, colorato secondo uno schema, collegare gli attacchi necessari all'alimentazione principlae, ausiliare varie ed eventuali...


Diciamo che il mammuth localmente al modulo andrebbe anche bene. Pero' per l'interfacciamento tra i vari moduli, sarebbe pero' il caso di individuare un connettore di piu' rapida azione.
Altrimenti la vedo un po scomoda durante l'allestimento la connessione con i mammut ed i fili. Si perde tempo, ed inoltre c'e' il rischio che se uno sbaglia il collegamento dei fili sotto il mammut del proprio modulo, puo' causare danni ai moduli di tutti gli altri.

Altra cosa su cui andrebbe tenuto conto e' l'erogazione massima ammessa della corrente. Se passo la linea, ogni modulo quanto puo' spillare da essa? Se i moduli aumentano in numero, si potrebbe arrivare facilmente ad un sovraccarico.
Ad esempio con un trasformatore da 50VA, si potrebbero alimentare una decina di moduli in modo da consentire 5VA di assorbimento massimo per ognuno.

Ho scritto 5VA appunto perche' lo scopo e' quello di alimentare giusto qualche segnale, un P/L, o simili. Chi ha una stazione e quindi piu' segnali, piu' scambi, etc... e' opportuno che abbia la sua alimentazione locale.
Pero' deve comunque garantire la condotta passante.
ALn880 Posted - 10/01/2008 : 13:29:54
Giovanni.Ricciardiello ha scritto:

Mi trovi perfettamente d'accordo.Lo possiamo far passare sotto la sede del binario

Penso che la disposizione possa essere anche soggettiva in base anche alla struttura del modulo, l'importante magari è di decidere di fissare alla base della testata, giusto al centro (sotto al manico per intenderci), una serie di mammut.
Da ogni mammut, colorato secondo uno schema, collegare gli attacchi necessari all'alimentazione principlae, ausiliare varie ed eventuali...
Giovanni.Ricciardiello Posted - 09/01/2008 : 18:35:14
Mi trovi perfettamente d'accordo.Lo possiamo far passare sotto la sede del binario

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